— Porca vacca Luigi, mi sa che questa volta ci siamo. Guarda qua! — disse Margherita indicando la pozzanghera tra le sue scarpe della domenica.
Luigi dopo una rapida occhiata era bell’e che andato, bianco come un cencio. I signori seduti nella fila dietro cercavano di distenderlo alla bene e meglio sul banco della chiesa, mentre la vedova Bianchi, assorta nel suo Padre Nostro, non si spostava di un centimetro.
— Cristo santo! — sospirò Margherita alzando gli occhi al cielo.
— Amen — rispose immediatamente una voce dalla navata a fianco.
— Presto signori! Fate largo! — da dietro la piccola ressa che si era creata attorno a Margherita avanzava a suon di gomitate una signora di bassa statura.
Dalla seconda fila i cittadini la guardavano ammirati mentre con i libretti dei canti sventolavano il signor Luigi che ancora non accennava a riprendersi.
— Meno male, arriva la Flora! Pare che oggi ci sarà un rientro forzato dalla pensione, nè? — disse una delle signore sventaglianti.
— Mi scusi Padre, — urlò Flora in direzione dell’altare — ma credo che qui sia proprio necessario un intervallo. Vada a sentire se la Perpetua può scendere con una pentola d’acqua e degli asciugamani puliti.
Si stava già rimboccando le maniche della camicia di sangallo. Non le pareva vero.
Dopo una decina di minuti d’attesa e di fiato sospeso collettivo, Flora si spazientì.
— Ingegner Battaglia, vada per favore a vedere che fine ha fatto Padre Antonio prima che questo bambino nasca sul pavimento, che sarà anche di marmo toscano, ma è freddo come il mio povero Arturo, pace all’anima sua.
— Vado subito signora. — Lei invece Margherita si venga a distendere qui, cara. — disse addolcendo i toni.
— Ma signora Flora cosa crede di fare, buon Dio? Quella è la mia pelliccia! — disse la signora Bianchi interrompendo di colpo il quarantaseiesimo Padre Nostro.
— Amen — di nuovo, la voce dalla navata a fianco.
— Certo che è la sua pelliccia! E lei da brava cristiana sarà ben lieta di aiutarci col suo visone a metter comoda la nostra giovane. Non la stare a sentire, resta giù, da brava.
— Faccia come vuole, tanto lo fa lo stesso.
— Eccomi di ritorno! Qui ci sono gli asciugamani, e a momenti la Perpetua scenderà con l’acqua, è già a bollire. Padre Antonio si è dovuto coricare un attimo a letto. Sa, questa mattina ci sono i lavori alla rete idrica e quando ha visto la Perpetua vuotare nella pentola tre madonne di Lourdes da un litro ha avuto un mancamento.
— Gesù aiutaci tu! — sospirò Flora lanciando uno sguardo sconsolato al crocifisso mentre con una mossa lesta sfilò le mutande della giovane.
Dai fedeli tutti si levò un entusiastico — Olèèèè! —
La proprietaria della pelliccia coprì con una mano gli occhi del nipote a cui ancora un po’ e si sarebbe sublussata la mandibola.
—Mammamia quante storie, per un po’ di natura! — disse senza interrompere le sue manovre.
— Ecco l’acqua signora Flora! — accorse la Perpetua. — Mio Dio! Ma quella è la testa! — disse facendosi subito dopo il segno della croce, pentita.
— Molto bene Margherita, adesso tocca a te. Quando te lo dico io devi spingere. Hai capito bene? Quando te lo dico io. Se spingi prima qui facciamo un bel patatràc, quindi tu fai la brava e io ti faccio nascere questa creatura. Il nome ce l’hai pronto?
Margherita fece di sì con la testa, e nel mentre lanciò uno sguardo smarrito in direzione di Luigi che nel trambusto era rinvenuto e la stava guardando come si guarda un tamponamento a catena in autostrada.
— Molto d’aiuto amore, davvero, sarai un padre meraviglioso — disse piccata.
— Allora Margherita, ci siamo. Spingi! Avanti cara. — Spingi! — si alzò un coro da tutta la chiesa — Spingi!
— Nel giro di una ventina di minuti un vagìto salì alto fino al soffitto, riempiendo le cupole. Qualche mossa sapiente e veloce della signora Flora e il bambino era sistemato tra le braccia di Margherita. All’espressione già stordita del signor Luigi si aggiunse un sorrisetto ebete. Da dietro all’altare arrivarono dei tonfi sordi, seguiti da altri rumori.
— Cosa diamine stanno combinando i ragazzi sull’altare?
— Guarda mamma! Una slitta! — disse entusiasta un bambino indicandoli dal fondo della chiesa.
— No signori, — disse la Flora tutta impettita — quella è la mangiatoia del presepe.
— Una culla dovrà pur averla questo bambino, no? — urlò nella loro direzione il chierichetto più grande.
Si sentì un nuovo tonfo.
Si voltarono tutti di scatto.
Le coronarie di Padre Antonio questa volta non avevano retto.